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il blog della scuola Dozza – Bologna

Viaggio alle porte dell’Oriente

Il nostro Istituto Comprensivo è ormai in piena attività nell’ambito del Progetto Comenius, che prevede scambi tra scuole di diversi paesi europei.

L’obiettivo è quello di conoscerci tutti meglio e senza pregiudizi: sapere come si svolge la vita di tutti i giorni di adulti e ragazzi, come sono fatte le città, come viene gestita la scuola, quali sono i cibi, la musica, la cultura e le tradizioni…

Mi sono quindi proposto di andare in Turchia, un paese che immaginavo molto diverso dal nostro, proprio per vivere qualche giorno in un ambiente nuovo e stimolante. Ed è stato davvero così: per una settimana, insieme alla prode collega Cristina Prosdocimi, abbiamo vissuto un’esperienza piacevole ed emozionante!

Siamo partiti dall’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna e, dopo due ore e mezzo di volo sopra i Balcani, siamo atterrati all’Aeroporto Ataturk di Istanbul.

Da lì – sentendo da subito aleggiare il canto dei Muezzin, che invitano i musulmani alla preghiera cinque volte al giorno – ci siamo spostati verso un paese che si chiama Bolu, dove siamo rimasti per tre giorni, conoscendo gli insegnanti ed i ragazzi della scuola chiamata “İnkılap İlköğretim Okulu”, che significa “Scuola Primaria della Rivoluzione”: il loro Istituto comprende nella stessa area scolastica sia la scuola Elementare chela Media, oltre ad una sezione della Materna con bambini di 6 anni.

La scuola Elementare inizia quindi a 7 anni, con insegnanti che seguono soltanto queste prime classi, specializzati nella prima alfabetizzazione della lingua (il turco) e della matematica.

Le materie sono simili alle nostre, con poche differenze: due insegnanti distinti per matematica e per le scienze; altri due per la lingua turca e per storia & geografia; il disegno tecnico non viene svolto, se non alle scuole superiori.

Un aspetto molto particolare riguarda invece gli orari scolastici… infatti ogni lezione dura 40 minuti (quaranta!) ed è sempre seguita da un intervallo di 15 minuti.

I colleghi turchi seguono questo schema perché sono convinti che l’attenzione dei ragazzi non può durare a lungo (e alcuni insegnanti vorrebbero ridurre ancora le ore di lezione a 20 minuti); hanno quindi sei unità orarie, alternate da ben quattro intervalli e dal pranzo di un’ora, terminando il tutto alle 14,45.

Abbiamo però notato che diversi ragazzi (tutti maschi) faticano comunque a stare zitti (ma senza maleducazione) e gli insegnanti al termine della giornata sono stanchi come noi…

Questo è il link al sito della loro scuola, pieno di foto delle attività svolte e anche di tutto il personale, dal preside ai bidelli!http://inkilap.meb.k12.tr/

Noi insegnanti italiani abbiamo raccontato Bologna con una presentazione in Power-Point, in una classe di seconda media e anche nella sezione dei 6 anni della materna: i ragazzi si sono molto incuriositi, facendo tante domande sull’Italia, mentre i bambini hanno disegnato le torri di Bologna.Ai bambini abbiamo anche raccontato la favola di Pinocchio – che loro già conoscevano ma che non sapevano fosse italiana – ed hanno colorato dei disegni in bianco e nero che avevamo portato con noi.I ragazzi delle medie sono stati molto simpatici e affettuosi, facendosi fotografare insieme a noi ospiti stranieri e colmandoci di chiacchiere in un inglese semplice: “What’s your name?” “Welcome to Turkey!” “Inter, Milan!”I loro insegnanti ci hanno portato a cena al ristorante tutte le sere, facendoci provare i loro piatti: carne, riso con spezie… tutto piacevole; le differenze maggiori sono la mancanza della carne di maiale, vietata dalla loro religione, e della pasta; però a Bolu è presente una fabbrica della Barilla e la pasta si trova ovunque nei negozi.Nei locali c’era musica dal vivo, con le loro canzoni di musica leggera più popolari: ci siamo quindi scambiati i nomi dei rispettivi cantanti preferiti, italiani e turchi, e li abbiamo cercati nei negozi di musica e su internet.

Eccone alcuni, di generi differenti:

I Gevende (gruppo di musica alternativa):http://www.youtube.com/watch?v=B6uETme_gjQ

Il cantautore Bülent Ortaçgil insieme alla cantante Birsen Tezer:http://www.youtube.com/watch?v=HQ0D1gTXoDc&feature=related

La cantante pop Nilufer, con la canzone “Gli uomini non piangono”:http://www.youtube.com/watch?v=BFyaDXkgdjI

Tornando alla scuola di Bolu, l’abile prof.ssa Prosdocimi ha cucinato piadine e pizze per alunni e insegnanti; il bello è che abbiamo cucinato e mangiato insieme agli insegnanti delle medie, ma all’interno della classe della materna, con i bimbi che cantavano e ballavano… e questa situazione non è sembrata buffa, è stato invece tutto molto piacevole!

Dopo un’ultima serata dedicata a provare i balli turchi, siamo partiti dal paese e tornati a Istanbul, la metropoli che fu fondata col nome di Bisanzio, per poi diventare capitale dell’Impero Romano – come Nuova Roma – con l’imperatore romano Costantino che la rinominò Costantinopoli.

La sua storia incredibile rende Istanbul (Bisanzio/Costantinopoli) un vero ponte tra le culture e anche geograficamente è disposta sulle sponde di due continenti: una parte della città è in Europa mentre un altro quartiere – al di là del mare – è in Asia!

Lo stesso tratto di mare che la attraversa è carico di storia e di mitologia, con nomi magici: il Corno d’Oro e il Bosforo, che collega il Mar Nero col Mar di Marmara, le cui acque arrivano dallo Stretto dei Dardanelli che era controllato dalla città di Troia/Ilio…

Istanbul è una città caotica, col traffico difficile delle grandi città mediterranee. I suoi fantastici monumenti attraggono turisti da ogni parte del mondo ed è stato molto strano sentire improvvisamente parlare lingue diverse (tra cui l’italiano) dopo tre giorni passati in un paese dove si parlava soltanto il turco.

Il paesaggio urbano è dominato dalla moschee, con le loro cupole circondate dalle svettanti punte dei minareti. Tutte le moschee, però, compresa la più importante, ovvero la meravigliosa “Moschea blu”, derivano la loro forma dalla chiesa cristiana di Santa Sofia (“Santa Sapienza”), la più importante chiesa dell’Impero Romano d’Oriente.

Pochi tra i bolognesi sanno quanta vicinanza ci sia con quella chiesa gigantesca e lontana… infatti l’icona bizantina della Madonna di San Luca – protettrice di Bologna – arriva forse proprio dalla chiesa di Santa Sofia!

Il terzo monumento impedibile è il Palazzo Topkapi: era la residenza del sultano dell’Impero Ottomano e mostra ancora oggi tutto lo sfarzo di quella corte. Non è un unico grande palazzo, ma un insieme di palazzine disseminate tra aiuole e alberi, ognuna contenente stanze decorate con ceramiche affascinanti, spesso su toni azzurri. All’interno sono contenuti anche gioielli incredibili e diverse reliquie del profeta Maometto. Una terrazza affacciata sul Bosforo rende questo luogo degno davvero di un sultano.

Per il resto, le strade della città sono affollate di negozi, bancarelle, venditori di mais e caramelle filanti; fino ad arrivare al Gran Bazaar, un intero quartiere costituito da vie ed incroci, ma tutto coperto da volte e portici, ricolmo di negozi che offrono spezie, tappeti, gioielli, lampade colorate o strumenti musicali.

Il fascino di una simile città sta quindi anche nella sua anima dedicata al commercio, mentre i monumenti svettano imponenti e soffusi in una luce violacea e un giro in battello sul Bosforo – con all’orizzonte un lunghissimo ponte multicolore – mise fine al nostro viaggio alle porte dell’Oriente; sperando di poterci presto tornare in compagnia di qualche studente della nostra scuola.  (pubblicata da powersensation and <gf>99)

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